• Lezioni di vita e di cucina nella Napoli dei Quartieri Spagnoli

    Ho scoperto dell'inziativa di Tina e Angelo Scognamiglio leggendo le pagine dell'ultimo libro di Marino Niola  "Non tutto fa brodo", e ne sono rimasta deliziata.  La loro frutteria in vico Lungo Gelso 93 si è trasformata in una scuola di cucina napoletana per gli immigrati del capolouogo campano. [youtube]http://www.youtube.com/watch?v=GBO20BdN2JE[/youtube] Qui, nel retrobottega del negozio, ogni martedì alle 15,30 la signora Tina tiene corsi gratuiti di cucina a chiunque voglia partecipare, e la classe si fa subito multietnica: cingalesi, senegalesi, russi, cinesi magrebini, indiani, maschi e femmine si infilano il grembiule e imparano le ricette più famose della cucina partenopea. In un clima gioioso, dove i confini spariscono e il cibo diventa vettore di conoscenza reciproca, perchè si sa, come dice la signora Tina "davanti a un piatto di pasta siamo tutti uguali". ...
  • Dal Salam d’la duja al laboratorio di panificazione del Museo di Pastena

    Siamo entrati nell'autunno, presto arriveranno i primi freddi ed è piacevole pensare a una serata da passare intorno a un piatto che profuma di camino e di vecchi sapori, ormai quasi del tutto spariti. E' il caso del Salam d'la duja, antica ricetta per conservare la carne, nata in quella terra di confine che si estende da Vercelli a Novara, lungo la bassa Val Sesia poi a Mortara, Vigevano, Pavia, seguendo poi il Ticino fino a Mantova tra Po e Mincio. Terra d'acqua, da qui l'esigenza di conservare le salciccie non appese, ma immerse in un aromatico strutto speziato, che profumava e rendeva morbidissima la loro carne. Ne ho parlato per Lavinium memore della promessa di raccontare, di volta in volta, le origini di una ricetta storica dedicata ad uno dei metodi di conservazione del cibo. ...
  • Il Museo delle Culture di Riofreddo… e la sua tradizione culinaria

    Durante questa estate, passata per lo più in Abruzzo, ho avuto modo di girare per qualche museo per capire non solo un territorio ma anche come sono gestiti e tenuti i piccoli musei italiani. Il primo museo che ho visitato, al confine tra Lazio e Abruzzo, è stato il Museo delle Culture “Villa Garibaldi” di Riofreddo. Un museo dalle molte anime, visto che ospita ben quattro sezioni: archeologia, demoetnoantropologia, garibaldina e storica. A farci da guida è stata la Prof.ssa Annita Garibaldi Jallet, discendente di Ricciotti Garibaldi (figlio di Giuseppe e Anita). E’ grazie a lei che si deve la creazione di questo museo, nato per preservare la storia della sua famiglia così profondamente legata al paese di Riofreddo. ...
  • La Decrescita di Latouche e il paragone con la cucina

    In un periodo come quello che stiamo vivendo, dove un vecchio sistema si intestardisce a tramandare e riproporre schemi economici che hanno dimostrato tutta la loro debolezza e inconsistenza (a livello sociale ed ecologico) leggere "Come si esce dalla società dei consumi" di Serge Latouche può ...
  • Ferragosto: riti e cibi di un ciclo festivo

    E' già passata questa festa, ma siamo ancora nel pieno di un ciclo festivo che durerà fino al 15 settembre. L'acqua è la risposta al caldo della canicola, e anche i rituali gastronomici ce ne raccontano il senso e l'origine. In questo mio articolo su Lavinium vi racconto come (e perchè). Buona ...
  • Inizia la mia collaborazione con Lavinium: Tecniche e metodi per conservare gli alimenti

    Con questo pezzo dedicato alle origini e alla storia della conservazione del cibo inizia la mia collaborazione con questa prestigiosa rivista online. Spero sia di vostro interesse, buona lettura!
  • L’antropologo alimentare…

    Sto tornando... Con tante novità!
  • Una nuova avventura: la direzione del Museo di Pastena

    Quando ho deciso da bambina che da grande avrei fatto l’antropologa, mi vedevo emula di Margaret Mead e Ruth Benedict, immersa nella vita di quelle popolazioni che ancora romanticamente venivano definite “primitive” e “selvagge”, quindi tagliata fuori dalla mia cultura per impararne ...
  • Macellazione rituale e macellazione laica: un po’ di chiarezza (please)

      La religione ebraica e quella musulmana prevedono che la carne, per potere essere lecitamente consumata dai propri fedeli, debba provenire da un animale macellato secondo alcune regole precise che vanno sotto la generica denominazione di “macellazione rituale-religiosa”. La macella...
  • Lievito (Saccharomyces cerevisiae) e società umana

    Perché un’antropologa sente il bisogno di parlare di Saccharomyces cerevisiae? In effetti fino a qualche anno fa ignoravo del tutto la sua esistenza anche se avevo a che fare con lui tutti i giorni sotto forma di pane, vino e quella poca birra che utilizzo per lo più per cucinare. Ma il motivo ...
  • Homo Sapiens, la grande storia della diversità umana

    La mostra "Homo sapiens, la grande storia della diversità umana" risente positivamente del lungo soggiorno dei due curatori principali Luigi  Luca cavalli Sforza e Telmo Pievani in ambito anglossassone: il primo ha insegnato genetica a Stanford in California per buona parte della sua vita professionale, il secondo, invece, ha perfezionato la sua specializzazione in biologia evolutiva e filosofia della biologia presso l’American Museum of Natural History di New York per poi tornare a lavorare in Italia.

    Il background statunitense si sente molto in questa mostra concettualmente e strutturalmente diversa da quelle a cui siamo abituati qui in Italia: l'effetto scenografico è di forte impatto, tanto da catapultarti subito nel Pliocene attraverso il diorama di apertura in 3D che fa assistere al fenomeno della formazione delle impronte fossili di Laetoli. Orme lasciate da ominidi della specie Afarensis, il cui fossile più famoso, Lucy, fa da apripista al lungo percorso della mostra. ...
  • La memoria dei contadini: un convegno molte riflessioni

    Si è conclusa da circa una settimana la manifestazione “La memoria dei contadini. Musei, biodiversità e saperi della terra”, alla quale ho partecipato ospite del Comune di Santarcangelo di Romagna come relatrice a una delle due sessioni del tavolo dedicato a "Musei e Saperi della Terra". Un’occasione interessante non solo per presentare un lavoro ma anche per osservare il percorso che l’antropologia sta conducendo nel ripensare la museografia e in special modo quella dedicata al mondo contadino. E lo fa ponendosi tutta una serie di interrogativi indice del fatto che, al pari dei musei, sta rivitalizzando il suo operato indirizzandosi come materia applicata e non solo teorica. L’antropologia dell’alimentazione, o della produzione degli alimenti è sempre stata vista dagli antropologi come materia poco dignitosa per un’indagine seria, scrupolosa, scientifica e quando lo ha fatto è accaduto sempre in relazione a studi in cui il cibo era espressione di un fenomeno altro, quasi un corollario. Ora qualcosa sta cambiando. E’ un buon segno quello di antropologi che si incontrano e si mettono a parlare di agricoltura; sta nascendo un’etnografia delle agricolture contemporanee che dialoga con una museografia dell’agricoltura contemporanea per fare sì che i musei si trasformino in presidi del territorio. ...