• Come il tagliare gli alimenti ha plasmato l’evoluzione umana

    La nuova teoria degli antropologi Lieberman e Zink, vede nel tagliare carne e alimenti nei primi esemplari di Homo, la possibilità di aver dato inizio a un nuovo cambiamento fisiologico nel nostro genere, poi del tutto confermato dalla cottura.
  • Un mondo in un cucchiaio

    Un articolo di Martina Tommasi che ci spiega usi e costumi legati al cucchiaio, da semplice posata al suo essere amuleto e simbolo di particolari retaggi. perche una posata non è mai solo una posata.
  • Il Rapporto Censis 2016: gli italiani a tavola, tra Food social gap e salute

    Il 26 ottobre 2016 è stato pubblicato il Rapporto Censis sulle abitudini alimentari degli italiani. L’ho letto attentamente e sinceramente devo dire che mi sono scoraggiata.Ma guardiamolo prima di tutto per quelli che sono i suoi punti base. ...
  • Anna Kauber: “Pastore: femminile plurale”

    Donna e mondo rurale, il nuovo progetto di Anna Kauber dedicato al mondo della pastorizia italiana al femminile
  • Gambero Rosso e Chinese Culinary Institute verso l’integrazione delle cucine: la Cina

    Parlare di cucina cinese in Italia è un atto coraggioso. Pur vantando una delle più grandi culture culinarie mondiali, la Cina non se la passa bene in fatto di banalizzazione del suo patrimonio gastronomico. La sua notorietà sembra essere dovuta più alla sua diffusione mondiale (solo l'indust...
  • Dal pane nero… Al pane verde

    E’ da un po’ di tempo che sui banchi dei nostri panifici, piccola o grande distribuzione che sia, è apparso qualcosa di decisamente nuovo: il pane nero. No, non sto parlando del comune pane integrale, spauracchio del contadino dei tempi che furono e oggi emblema di scelte alimentari di tipo ...
  • Euristiche additive ovvero: qual è il tuo verso?

    La copertina del libro di H. S. Becker

    Spesso, di fronte alla prospettiva di una nuova ricerca sociale, o di un interesse in tal senso, ci troviamo a fronteggiare un'eventualità: il tema è stato affrontato da un altro studioso (o da più studiosi). Può essere sconfortante, e ci si interroga giustamente sul senso del portare avanti un qualcosa che è già stato ampiamente analizzato diverse volte. Dobbiamo fermarci? ...
  • Symbola: una mostra di archeologia sul potere dei simboli, anche alimentari

    E' molto tempo che non aggiorno il blog, un po' perché sto ripensando al mio modo di comunicare l'antropologia alimentare un po' perché sono stata chiamata a seguire molti progetti che hanno reclamato tutta la mia attenzione (e che ancora lo stanno facendo). Proprio ieri sera ho avuto il ...
  • Homo dieteticus: viaggio nelle tribù alimentari di Marino Niola

    E' uscito da poco il nuovo libro di Marino Niola, antropologo che da sempre studia le relazioni che intercorrono tra cibo, cultura e società. Homo dieteticus (questo il titolo) ci accompagna a indagare un particolare rapporto, quello tra cibo e salute, e le riflessioni che l'autore ci regala aprono interessanti chiavi di lettura di un occidente ossessionato ancora dal cibo, ma in maniera differente dal passato. Oggi, secondo Niola, siamo quello che non mangiamo piuttosto che il contrario, per l'antropologo infatti siamo diventati tutto fuorché onnivori con il risultato che i cittadini globali si dividono in tribù alimentari, che si identificano nelle loro passioni, nelle loro ossessioni e nei loro tabù. Se il cibo è il pensiero dominante di questo tempo, le diete hanno smesso di essere una misura di benessere per diventare una sorta di condizione dell'essere. Non siamo noi a fare la dieta me la diete a fare noi. La dieta oggi diventa una pratica non solo fisica ma anche morale, che riguarda insieme salute e salvezza e che spesso rende antagonisti corpo e anima. Di fatto trasformandola in una sorta di religione alimentare, una fede senza dio, fatta di rinunce spontanee, di penitenze laiche, di sacrifici che spesso hanno a che fare più con la coscienza che con la bilancia. Sono i fioretti secolarizzati di una società che considera la depurazione del corpo alla stregua di un drenaggio dell'anima, e che fa cortocircuitare il “culto delle fibre” con la “fibra morale”. ...
  • Breve antropologia del pane

    Perché è importante parlare del pane da un punto di vista antropologico? Perché è uno degli alimenti più ricchi di significati, di funzioni e di valenze culturaliSe ci spingiamo al di là dell'idea che sia un semplice cibo che si ottiene mescolando acqua e farina, lasciato più o meno a lievitare, e poi cotto al forno scopriremo subito che il pane porta con sé memorie,valori simbolici, tradizioni che vanno oltre al semplice sfamare il corpo: il pane sfama anche lo spirito. E' questa la sua peculiarità: essere al tempo stesso cibo e segno. Conoscere il pane implica quindi imparare quali sono le sostanze di cui è fatto, le tecniche e i saperi necessari alla sua produzione e al suo consumo e, infine, le reti di relazioni sociali e i significati culturali che caratterizzano le tante forme che assume. ...
  • Ulivo e olio d’oliva: tra sacro e profano

    L'ulivo, insieme alla vite a al grano, rappresenta una delle basi alimentari dei popoli del Mediterraneo. Pianta talmente importante da plasmare il nostro paesaggio agrario, le nostre tradizioni, i linguaggi, i valori e i nostri simboli. È in questo modo che le distese di ulivo agiscono sul territorio e sul paesaggio, modificandolo e permettendo, oggi come in passato, di riconoscere la presenza umana. Oggi l'uso che facciamo del suo prodotto principale, l'olio, è quasi esclusivamente alimentare e ci fa dimenticare non solo come fosse impiegato in antichità ma anche come ha fatto a trasformarsi in uno degli alimenti base della dieta mediterranea. Per capirlo dobbiamo spingerci nel Vicino Oriente. E' qui infatti che ha avuto luogo l'addomesticamento dell’ulivo selvatico e l’olio è stato prodotto per la prima volta, all'inizio dell’età del Bronzo, nella valle del Giordano a Tel Eilat Ghassoul e a Gezer, un’antica città a ovest di Gerusalemme. Da queste regioni, poi, l'olio si spingerà alla conquista di tutto il mediterraneo, assumendo via via che avanzava, un’enorme valenza socio-economica e religiosa tra i popoli che lo utilizzarono. ...
  • La danza rituale del Gara Yaka: il capodanno cingalese a Roma

    Uno degli altari presenti nel Pandal

    Il 14 aprile 2013, ho avuto la fortuna e l'onore di assistere all'Aluth Avurudda , una festività molto importante per la comunità cingalese romana, equivalente al nostro Capodanno. La comunità si è riunita in preghiera e poi ha dato inizio a tre giorni di festa. Dopo la benedizione del mattino che ha trovato l'apice con l'unzione dei fedeli, si è mangiato e si è giocato insieme, aspettando le 15, ora in cui ha inizio il rito danzato della Gara Yaka "la danza dei diavoli". Questa danza si basa sulla convinzione che ci sono una serie di misteriosi esseri benevoli e malevoli che devono essere costantemente placati e pacificati. Le cerimonie sono eseguite da sacerdoti speciali e sono associate alla dea Pattini. Queste danze rituali hanno il compito di eliminare tutta una serie di disturbi fisici ed esorcizzare il male. Il tutto viene rappresentato in un Pandal (che potete vedere nelle foto), una struttura, sia temporanea che permanente, utilizzata in alcuni paesi asiatici per determinati riti religiosi. ...