Musei accoglienti: un convegno, molte riflessioni… E Amalfi!

Panorama Amalfi

Non è passata ancora una settimana dal mio ritorno da Amalfi, splendida cittadina che mi ha accolto in occasione del convegno “Musei accoglienti: una nuova cultura gestionale per i piccoli musei” che vi si è svolto dal 5 al 6 novembre 2012. E’ il terzo convegno che l’ Assoziazione Nazionale  Piccoli Musei (APM) organizza con il fine di valorizzare i Piccoli Musei e promuovere una cultura gestionale specifica per queste realtà sparse su tutto il territorio nazionale. Se contiamo che i piccoli musei sono il 95% dei musei italiani ci rendiamo subito conto che il discorso merita una grande attenzione. Una missione da non sottovalutare quindi, questa della APM, voluta fortemente da Giancarlo Dall’Ara, Presidente dell’Associazione, convinto promotore del fatto che “I piccoli Musei sono diversi dai grandi musei. Non è solo questione di dimensione, spazi, e risorse economiche. Il problema é assai più ampio e riguarda il rapporto con la comunità locale, con il territorio, la gestione ed i profili professionali, i servizi offerti ai visitatori, le modalità espositive, il ruolo del museo…“.

Non si tratta quindi di scimmiottare la gestione o i fini dei grandi musei statali, contenitori questi di opere bellissime ma incapaci di stabile quel legame privilegiato che solo un piccolo museo sa regalare: la relazione con il suo visitatore. Una relazione dinamica, che lo vede partecipe nella visita grazie allo scambio con l’operatore museale, e nelle attività didattiche dove si instaura un reciproco scambio di saperi e abilità. E’ questo il fascino di questi musei, la volontà di costruire un dialogo con il suo ospite (mai più parlare di visitatore!) e tra questo e la comunità di cui il museo è ambasciatore.

Il piccolo museo non è un grande museo in miniatura, non gli si possono attribuire gli standard gestionali dei fratelli maggiori, ma va valorizzato e difeso creando per lui un’apposita cultura gestionale.  Ecco che allora va ridefinito il significato di “accoglienza” che non va scambiata per il semplice “accoglimento” della persona costituito dalla presenza di una biglietteria, di un servizio di guardaroba, di indicazioni sugli orari di apertura e chiusura. Questa non è accoglienza ma ricevimento, l’accoglienza deve essere progettata adeguatamente perchè da questa dipende la fidelizzazione dell’ospite che si declina attraverso la struttura fisica del museo ma anche, e soprattutto, attraverso le persone che ci lavorano e che creano relazioni con chi visita il museo.

Sala degli antichi Arsenali della Repubblica di Amalfi

E così le relazioni si fanno più complesse, evolvono, grazie all’apporto di questa nuova rivoluzione del sapere che sono i social network, Caterina Pisu ha presentato così l’interessante ricerca su  “I musei italiani nei social networks: relazione preliminare sui risultati dell’indagine promossa dall’Associazione Nazionale Piccoli Musei“,a seguito di tutta una serie di interventi arricchenti e interessanti tra i quali ricordo quello della dott.ssa Roberta Corbò dedicato ai musei dell’artigianato promossa da Confartigianato imprese (particolarmente in tema con il lavoro che sto portando avanti con il Museo di Pastena) e l’appassionante intervento di Giorgio Gavallotti, direttore e fondatore del museo del bottone di Santarcangelo di Romagna. Ma tutti gli interventi sono stati importanti, visto che hanno permesso non solo un confronto ma anche la possibilità di fare proprie esperienze altrui da tradurre nelle realtà in cui lavoriamo.

Io, in qualità di direttrice del Museo di Pastena, ho portato l’esperienza dei laboratori autunnali che ho creato in sinergia con tanti collaboratori che, come me, avevano e hanno un’idea particolare di come deve essere un museo: vivo e capace di raccontare una comunità e il suo territorio. Un luogo che ha una funzione cruciale per l’apprendimento permanente lungo tutto l’arco della vita, che incentivi le relazioni cognitive ed emozionali, facendo emergere e vivere il senso profondo dei luoghi.

L’accoglienza, i sapori e i profumi di Amalfi hanno fatto da perfetta cornice a questo convegno, i miei ringraziamenti vanno a tutti, eventi del genere lasciano ben presagire per le istituzioni di cui abbiamo cura, e leniscono quel senso di spaesamento che ti coglie di fronte a una nazione che non ha cura del suo patrimonio culturale.

 

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